Riabilitazione dopo intervento di chirurgia discale

Riabilitazione dopo intervento di chirurgia discale

Il trattamento riabilitativo post-operatorio dipende dal tipo di lesione, dalla tecnica chirurgica e dalle condizioni del paziente. Meno la metodica chirurgica è invasiva, minore è la sintomatologia algica nel postoperatorio, più breve il ricovero ospedaliero e più rapida la ripresa funzionale. Vi è comunque, un preciso rapporto tra esposizione chirurgica minima e possibiltà di identificare ed eliminare la causa dei sintomi. Maggiore è l’esposizione, minore è il rischio di non asportare completamente il frammento erniato o di non riconoscere una stenosi vertebrale. Attualmente i risultati a lungo termine dopo microdiscectomia non sono paragonabili a quelli ottenuti con tecnica classica, indipendentemente dalla breve durata del ricovero e ai tempi ridotti di un recupero funzionale.

In caso di pazienti con una bassa soglia di tolleranza del dolore, poco motivati e con problemi a carico della sfera psicosociale, il “ percorso” riabilitativo è diverso rispetto a quello di soggetti motivati e in buone condizioni generali. Come in molte altre tecniche chirurgiche ortopediche, la riabilitazione è più rapida ed efficace in pazienti in buone condizioni fisiche e che comprendono il perché del trattamento rieducativo. Questo tipo di pazienti hanno una più bassa probabilità di recidive di ernia discale e di andare incontro a una stenosi vertebrale.

Chirugia discale miniinvasiva

Tecniche chirurgiche miniinvasive sono la microdiscetcomia con miscroscopio, la microdiscectomia artroscopica, la microdiscectomia con laser, la microdiscectomia transforaminale e la microdiscetomia epidurale. Queste metodiche chirurgiche necessitano di anestesia locale o di una leggera narcosi. L’incisione chirurgica è solitamente di circa 3 cm e raramente è necessario l’uso di un drenaggio. Le complicanze sono rare e il paziente di solito viene dimesso nella giornata stessa dell’intervento. E’ indispensabile insegnare al paziente a usare correttamente la schiena, così da evitare recidive e ridurre il dolore postoperatorio.

E’ la sintomatologia algica la guida per il recupero funzionale. Qualora il rachide sia mantenuto in posizione neutra, evitando la flessione lombare, si può recuperare rapidamente la normale funzionalità, nei limiti permessi dal dolore. Si può tornare a camminare senza grosse limitazioni e a svolgere le normali attività di vita quotidiana solitamente a pochi giorni dall’intervento. In una settimana, in genere, il paziente è in grado di tornare al proprio lavoro di ufficio e, in un mese, all’attività sportiva leggera e a lavori di media fatica.

Al paziente devono essere date precise indicazioni circa la terapia fisica da eseguire, la ripresa funzionale ed il ritorno ad un eventuale lavoro pesante.

Laminectomia standard

Per decenni, la laminectomia, unilaterale o bilaterale, è stata eseguita attraverso una via d’accesso di alcuni centimetri. Tale esposizione, garantendo un’ottima visione anatomochirurgica, permetteva una sicura erniectomia, un’accurata pulizia del disco e una foraminotomia monolaterale o bilaterale e riduceva il rischio di recidive. Questa via d’accesso prevede però un danno tissutale maggiore rispetto alle tecniche miniinvasive e obbliga all’utilizzo di un drenaggio che limita la mobilità nelle prime 24 ore dall’intervento. I pazienti sottoposti a tale intervento vengono ricoverati per alcuni giorni.

Studi recenti hanno dimostrato che l’educazione, il carattere e lo stato d’animo del paziente condizionano la durata dell’ospedalizzazione. La durata del ricovero postoperatorio si è ridotta da una settimana a 1-2 giorni.

La riabilitazione e il recupero dopo la laminectomia standard solitamente richiedono alcune settimane, rispetto ai pochi giorni richiesti dalle tecniche minimamente invasive. Solitamente questi pazienti non sono in gradi di eseguire la terapia fisica e la riabilitazione formale per 1 o 2 settimane dall’intervento e necessitano di assistenza in ospedale per 1 o 2 giorni per la deambulazione e lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Con una buona preparazione pre-operatoria, dopo 1-2 settimane possono riprendere una leggera attività lavorativa, ma solitamente il ritorno alla completa attività lavorativa e ricreativa non avviene prima di 1, 2 o addirittura 3 mesi dall’intervento.

Laminectomia estesa e discectomia

Una laminectomia estesa è indicata in caso di stenosi del canale vertebrale associata a ernia discale o in caso di una degenerazione discale in pazienti con solo lombalgia. Possono essere rimossi il processo spinoso ed entrambe le lamine, anche a due livelli adiacenti, qualora sia provato che la causa del dolore sia a tali livelli.

Questo tipo di chirurgia richiede un’ampia esposizione e un danno tissutale maggiore con conseguente processo flogistico, contrattura muscolare e drenaggio che obbliga il paziente a un ricovero di vari giorni. Il ritorno alle attività funzionali può avvenire dopo diverse settimane o mesi, a differenza di quanto succede con le tecniche miniinvasive.

I principi generali di riabilitazione sono i seguenti:

  • Insegnare al paziente a utilizzare in modo corretto la schiena e invitarlo a seguire un programma di rieducazione psicofisica, sono i requisiti fondamentali per il successo del trattamento riabilitativo.
  • Il paziente deve tornare progressivamente, rapidamente, nei limiti concessi dalla sintomatologia algica, e con sicurezza alle proprie attività funzionali.
  • E’ indispensabile, prima e dopo l’intervento, seguire un corretto training riabilitativo per tornare alla normale occupazione.
  • Il programma riabilitativo deve essere spiegato al paziente prima dell’intervento, così da ridurre al minimo i tempi di apprendimento dopo la chirurgia.
  • Bisogna spiegare al paziente quali sono gli obbiettivi della riabilitazione nel postoperatorio, in relazione alle condizioni generali, al tipo di chirurgia e alle prevedibili risorse psico-fisiche.
  • Bisogna sempre controllare il dolore postoperatorio per facilitare la riabilitazione.

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