Lesione dei menischi

I menischi hanno un ruolo rilevante nel ginocchio in relazione alla dinamica articolare. L’importanza di questa funzione è evidenziata dagli effetti negativi conseguenti a meniscectomia. In questi casi è stata infatti dimostrata una riduzione dell’area di contatto che altera la distribuzione della pressione all’interno dell’articolazione, con grossolana alterazione del modo in cui l’articolazione sopporta il carico.

Tutto ciò porta a una progressiva degenerazione artrosica articolare, la cui entità sembra essere proporzionale alla quantità di menisco rimossa.

Negli ultimi tempi si sono approfonditi gli studi su queste strutture, consentendo di mettere a punto nuove tecniche di sutura e e di meniscectomia selettiva, onde poter salvaguardare la meccanica articolare.

I menischi si possono ledere sia in seguito a stress eccessivi in flessoestensione sia in seguito a stress rotatorio abnorme su un ginocchio flesso su cui grava il peso del corpo ( ginocchio in appoggio monopodalico).

Da un punto di vista morfologico le lesioni dei menischi possono essere di vario tipo:

  • longitudinali (complete, ” a manico di secchio”, incomplete prevalentemente a carico del corno posteriore del menisco mediale)
  • radiali o trasversali (che dal bordo libero meniscale si portano verso la periferia)
  • orizzontali (dovute ad uno slaminamento orizzontale nello spessore del menisco, in genere su base degenerativa)
  • a lembo libero (flap, soprattutto a carico del terzo medio posteriore del menisco mediale)

Menisco mediale

Eziopatogenesi La lesione del menisco mediale avviene in molti sport, soprattutto in quelli di contatto (calcio, sci, tennis, rugby, basket, pallavolo) spesso in associazione a lesioni legamentose , in particolare del legamento collaterale mediale, le cui fibre profonde sono ancorate alla porzione periferica meniscale. Il meccanismo traumatico più frequente consiste in una rotazione esterna del piede e della gamba sul femore, sia in carico sia per contrasto diretto, più o meno forzata.
Anche il passaggio brusco dalla flessione massima del ginocchio in posizione accosciata alla posizione eretta è spesso responsabile di una lesione del menisco mediale del tipo “ a manico di secchio”, così come l’atterraggio da un salto in appoggio monopodalico, o l’iperestensione del ginocchio e l’arresto in corsa prima di un cambio di direzione costituiscono movimenti lesivi per il corno posteriore.

Clinica e diagnosi –Il quadro clinico delle lesioni meniscali acute si differenzia sensibilmente da quello delle lesioni meniscali croniche.

Nelle forme acutel’esordio della sintomatologia è improvviso e l’anamnesi è caratterizzata da un episodio traumaticodurante il gesto sportivo che immediatamente precede l’insorgenza dei sintomi. Si ha dolore associato a versamento articolareo emartro, e in alcuni casi, a blocco articolare (in particolare nella rottura “ a manico di secchio” con lussazione del frammento meniscale). Quest’ultimo segno, se associato ai precedenti, rende facile la diagnosi.

Le forme croniche sono invece caratterizzate da una sintomatologia dolorosa intermittente esubdola localizzata sull’emirima mediale, presente solo durante l’allenamento e in particolari movimenti di flessione o torsione del ginocchio, con transitori episodi di blocco o pseudoblocco e a volte cedimenti articolari. Un’ipotrofia relativa del muscolo quadricipite femorale risulta spesso associata. La sintomatologia può assumere gli stessi caratteri di una patologia artrosica degenerativa.

Le radiografie standard permettono solo di escludere la presenza di lesioni osteoarticolari, come osteocondriti o fratture, mentre non forniscono alcuna indicazione sui menischi, che sono radiotrasparenti.

La TC e la Risonanza Magnetica sono ormai entrate nell’uso comune per la diagnosi delle lesioni meniscali e dei disturbi associati. A volte però, il grado il grado di perfezione del potere di risoluzione della RM nei confronti della morfologia meniscale può mostrare la presenza di lesioni intrameniscali che inducono l’atleta e il medico all’intervento artroscopico anche in assenza di manifestazioni cliniche importanti.

Menisco laterale

Eziopatogenesi –Gli sport in cui si verificano lesioni del menisco laterale sono gli stessi già visti per la lesione del menisco mediale. Differente è invece il meccanismo di lesione: un movimento del ginocchio in valgo-rotazione interna (rotazione esterna del femore con tibia fissa al suolo in semiflessione) è responsabile spesso della rottura del corno posteriore, associata a rottura del pivot centrale.
Nelle lesioni croniche il menisco laterale è più frequentemente interessato da degenerazioni cistiche rispetto al menisco mediale. A carico del menisco laterale si hanno frequentemente displasie meniscali, come per esempio il menisco discoide, che nell’atleta può essere sede frequente di lesioni di tipo sia longitudinale che trasversale.

Trattamento

L’introduzione delle tecniche artroscopiche ha modificato significativamente negli ultimi decenni sia la diagnostica sia il trattamento delle patologie meniscali, con indubbi vantaggi dell’atleta. I benefici clinici più significativi sono legati ad un bilancio intrarticolare più accurato e alla chirurgia selettiva della lesione meniscale, finalizzata al risparmio della maggior parte di tessuto meniscale non interessato alla lesione; di conseguenza si sono avuti vantaggi, per così dire “ sportivi”, con una migliore e più veloce ripresa dell’attività agonistica.
Il trattamento artroscopico della lesione del menisco mediale dipende dalla localizzazione e dal tipo di lesione. Può essere praticata una regolarizzazione, una meniscectomia selettiva o una sutura meniscale. La possibilità di riparazione del menisco è in rapporto con la vascolarizzazionedel tessuto meniscale.
Dopo l’intervento artroscopico deve essere sempre eseguito un programma di recupero fisioterapicodell’articolarità e della forza muscolare, in particolare del muscolo quadricipite.

Ripresa dell’attività sportiva

I tempi di ripresa dell’attività sportiva, dopo una lesione dei menischi, sono legati al tipo di trattamento. Una semplice regolarizzazione meniscale o una meniscectomia selettiva richiedono ormai tempi brevi di ripresa (soprattutto se la diagnosi e l’intervento sono effettuati immediatamente dopo la lesione). Dopo un trattamento fisioterapico intenso si può riprendere l’attività anche a distanza di due settimane dall’intervento, mentre lesioni associate di tipo capsulo-legamentoso o condropatie possono influenzare i tempi di ripresa, in relazione sempre al tipo di trattamento artroscopico effettuato.
Se invece si esegue una sutura meniscale bisogna rispettare i tempi postoperatori previsti: carico parziale e articolarità concessa solo fino a 90° di flessione per 4 settimane, attività agonistica non prima dei 6 mesi.

Bibliografia:

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